Si è spento a 83 anni Ruggero Deodato, cineasta nato all’ombra di Fellini e Rossellini, e vero e proprio talento visionario. Il regista di origine potentina ma trapiantato a Roma sin da tenera età, dove poi ha iniziato a frequentare lezioni di cinema, nei Sessanta un vero e proprio mercato e palestra formativa per talenti e astri nascenti, deve la sua prima chance proprio a quel Rossellini, al quale ha sempre riconosciuto tutto. In effetti, aveva tutte le carte in regola, come poi dimostrerà più avanti, per emergere nella settima arte.
Da aiuto regista per Corbucci, passa poi al fianco di Freda e Margheriti, che nel cinema di genere, al quale poi Deodato verrà particolarmente confinato ma dal quale non ha mai mancato occasione per discostarsi, o meglio non limitarsi, sono dei veri e propri pionieri e maestri.
Dopo la parentesi erotica con Ondata di piacere, dove lavora con quella che poi sarà sua moglie, Silvia Dionisio, e l’approdo al poliziottesco, fenomeno tutto italiano che ha dato i natali a veri e propri “sbirri di ferro” col volto di Maurizio Merli o Luc Merenda, nei Settanta, decade particolarmente prolifica per il cinema italiano sul mercato internazionale, Deodato con la regia di Ultimo mondo cannibale compie il primo passo verso quella che sarà la sua consacrazione definitiva: nel 1980 esce, a firma del regista potentino, un film destinato a segnare intere epoche e generazioni innovando il sottogenere cannibal, e addirittura dando i natali a un nuovo genere, il found footage misto al documentaristico. Del metacinema Deodato è un vero e proprio maestro, e con il suo Cannibal Holocaust, film bandito in oltre 40 paesi per le dosi di estrema violenza in esso racchiuse, sarà proprio il titolo cannibalico a far varcare i confini della popolarità al regista e a consacrarlo in quell’olimpo del terrore al quale, però, non ha mai voluto accedere in tutto e per tutto.
Sì, perché Deodato, seppur riconosciuto ed eletto tra i maestri del brivido, genere che esplora anche attraverso il rape&revenge La casa sperduta nel parco o i thriller Camping del terrore e il meno fortunato Un delitto poco comune, in realtà non ha mai accettato di essere considerato un regista horror. Ruggero Deodato, ribattezzato nel mondo Monsieur Cannibal, per via del successo planetario riscosso dalla sua trilogia al punto da essere omaggiato e stimato anche da un tale Quentin Tarantino e palesemente tributato dal suo pupillo, Eli Roth, con The Green Inferno e Hostel 2, era un regista e basta. Un regista con la R maiuscola, capace di dirigere dallo spot Tv al low budget sino al kolossal.
Deodato ci lascia, ma la sua eredità filmica continuerà a farne vivere e conoscere il mito.

Alessia Urrata