Sulle Dolomiti è arrivata la primavera. Complice una stagione invernale corta e molto secca, anche nelle Dolomiti sono già sbocciati i bucaneve.
Primo fiore del nuovo anno, il bucaneve, galathus nivalis, appartiene alla famiglia delle Amaryllidaceae. Il nome galathus deriva dal greco “gala”, che significa latte, e “anthos”, che significa fiore: fiore bianco come il latte. Il nome “nivalis”, invece, è riferito alla fioritura in mezzo alla neve: il delicato fiore si fa letteralmente spazio nel terreno ancora rigido per l’inverno, verso febbraio, annunciando la primavera. Nel linguaggio dei fiori simboleggia speranza, nuova vita.
È una pianta perenne che si trova sia nei fondovalle che a quote elevate, dove la neve lascia posto ai pascoli erbosi.
Secondo la mitologia greca, dopo la morte di Icaro che aveva sfidato gli dei, Dedalo decise di seppellirlo in una piccola isola del mare Egeo, piangendo e bagnando con le sue lacrime la terra che aveva accolto Icaro. Il mito vuole che, da allora, l’arrivo dei primi venti primaverili sparga le lacrime di Dedalo e quando le lacrime toccano terra si trasformano in fiori bianchi simili a lacrime: i bucaneve.
La tradizione cristiana, lega i bucaneve alla cacciata di Adamo ed Eva dal paradiso: i due, esiliati dall’Eden si trovano ad affrontare un rigido inverno spaventati per il futuro. Per infondere coragio e speranza, un angelo intenerito soffiò su dei fiocchi di neve che diventarnono dei boccioli.
La purezza e il candore del Bucaneve sono associati anche alla festa della Purificazione della Beata Vergine Maria il 2 Febbraio, la candelora, quando, secondo la tradizione, gli altari sono adornati con questi fiori.
Infine, secondo un racconto tedesco, Dio nel momento della creazione della terra come tocco finale chiese alla neve di scendere candida sui fiori e colorarli rendendoli così speciali. Tutti i fiori si ribellarono fatta eccezione per il bucaneve. La neve per premiare il piccolo fiore gli concesse di sbocciare primo fra tutti proprio sbucando da questa.
DI certo, il colpo d’occhio dei prati puntinati di bianco o dei primi boccioli lungo i sentieri, col loro annunciare la primavera, riempieno il cuore dell’emozione della vita che riparte.

Pamela D'Incà