Montagna veneta isolata: niente telefono, né internet, da quattro giorni, in vaste zone dell’Agordino, nel Bellunese. Il presidente di Confturismo Veneto Marco Michielli tuona: “È come se il terminal merci della Fiat fosse bloccato, si lavorerebbe giorno e notte per consentire alle fabbriche di lavorare. Siamo in piena stagione, se non si risolve velocemente la situazione, cosa succederà? I pagamenti con i Pos collegati alle linee telefoniche sono in tilt, alberghi e ristoranti non possono ricevere prenotazioni perché i telefoni fissi sono isolati e internet non funziona. In un settore in cui ormai tra l’80 ed il 90% delle transazioni avviene su carta di credito in alberghi ristoranti e negozi il danno per il turismo è evidente”.
“Dopo la tempesta Vaja, che nel 2018 ha raso al suolo anche le linee telefoniche volanti, si è messa una pezza in condizioni di emergenza, ma ci sono cavi ancora ‘distesi’ per terra ed esposti alle intemperie – spiega Michielli, che è in contatto costante con i colleghi della zona – Qualcuno nel frattempo si è attrezzato con la parabola, altri stanno switchando i numeri fissi su quelli mobili, ma non si può pensare di delegare tutto alla singola iniziativa del privato. Siamo nel 2023, cosa si aspetta ad implementare la fibra ottica anche in montagna? Mi rendo conto che portarla in zone non pianeggianti è difficile, ma bisogna farlo. Dobbiamo consentire alla montagna di competere alla pari, basta promesse si passi ai fatti e non parlo del solo turismo, basta lamenti su deindustrializzazione e spopolamento, azioni per contrastarli. Rammento che fra tre anni ospiteremo le Olimpiadi, e senza fibra ben funzionante ci esporremo a una figuraccia storica in mondovisione”